MILANO - Da alcuni mesi viviamo – politicamente – nell’era della fretta. Questo appare il principio dominante, l’unico paradigma a cui fare riferimento, l’unico metro di giudizio con cui valutare l’efficacia della attività politica quotidiana.
La fretta però – come bene sappiamo – è da sempre una cattiva consigliera.
Alla fretta vengono normalmente associate la superficialità, il nervosismo, la approssimazione, l’ansia.
Tradotto in azione politica, questo principio produce accordi contro natura, riforme e leggi malfatte, alleanze posticce e provvisorie, denigrazione immediata della critica, anche costruttiva.
La fretta non è un concetto caro al mondo democratico e progressista che storicamente ha sicuramente peccato per l’opposto eccesso di analisi, mai per operazioni e iniziative politiche frettolosamente concepite ed eseguite.
Invece la fretta è propria di visioni politico - sociali lontane dalla democrazia e aperte invece a forme più o meno velate di derive populiste e autoritarie.
La fretta che caratterizza oggi il modo di vivere quotidiano di tutti noi, scandito da tweet, sms, post e ogni altra diavoleria tecnologica, non può impadronirsi totalmente del pensiero politico, necessariamente contraddistinto da idee e argomentazioni per loro natura (vivaddio!) complesse, articolate e “lunghe”.
Se la politica è attività suprema di gestione e promozione del Bene Comune a favore della comunità dei cittadini, anche/soprattutto in una società assai complessa, complicata e frammentata, a maggior ragione vanno contrastate democraticamente ma con forza operazioni di potere, verticistiche e frettolose raggiunte senza il preventivo consenso popolare, democraticamente espresso.In alternativa alla democrazia della fretta, il civismo democratico e progressista preferisce e sostiene la democrazia della velocità. A questo concetto, vengono associati ascolto, coinvolgimento, capacità di sintesi e rapidità di decisione.Qualità che il civismo fa proprie ancorando a esse la propria attività e valutando – alla luce della loro presenza o meno – comportamenti e iniziative politiche dei partiti.
di Nanni Anselmi